La Mano Tagliata by Matilde Serao

La Mano Tagliata by Matilde Serao

autore:Matilde Serao [Serao, Matilde]
La lingua: ita
Format: epub
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2013-03-20T23:00:00+00:00


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«Perchè mi parve che in quella frase vi fosse poco rispetto e persino della durezza? In che ritrovai questa intonazione offensiva, in quelle semplici parole di un poliziotto? Non so. Certo è che esse mi urtarono. Ero già nervoso e agitato. Risposi:

«— Saranno proprio due?

«— Qualcuna di più, forse, — borbottò il delegato.

«— Io sono stanco, vorrei andare a letto, — io ribattei, subito — quindi, vi pregherò di sbrigarvi.

«— Farò il possibile, — rispose lui, evasivamente.

«Passammo nel salone di Clara Loredana, dove eravamo stati un’ora avanti e dove avevo veduto il mio amico pieno di salute e di giovinezza, ridere e scherzare. Il delegato si installò in una soffice poltrona, mentre io mi era seduto dirimpetto a lui. Osservai poi, più tardi, che mi era seduto in modo che la luce mi battesse sul volto, mentre il delegato era perfettamente in ombra.

«— Vi piace di rispondere a qualche mia interrogazione? — domandò il delegato, giuocando con una stecca, mentre io aveva accesa una sigaretta.

«— Certamente. Riguarda questo terribile affare, è vero? — dissi io.

«— Già. Voi eravate molto amico del povero conte Ranieri Lambertini?

«— Sì, molto.

«— Da molto tempo?

«— Lo conoscevo, da tempo: gli sono amico da poco.

«— Da quanto?

«— Da un mese.

«— Vi siete legati subito?

«— Sì, subito: un gentiluomo perfetto, un carattere d’oro.

«— Voi siete lombardo, è vero?

«— Sì, milanese.

«— Solo?

«— Solissimo.

«— Ricco?

«— Ho quel che mi serve.

«— Viaggiate molto?

«— Sempre: non sto mai molto tempo, in un paese.

«— Eppure eravate da un mese a Roma.

«— Avevo le mie ragioni, — dissi, imprudentemente.

«— Ah! — esclamò soltanto l’altro, con un moto rapido di fisonomia.

«Mio venerato amico, io vi riferisco il dialogo come è stato, quasi integralmente, giacchè esso mi si è scolpito nella mente, dacchè segna il minuto più terribile, per ora, della mia vita. Certo, quell’interrogatorio mi seccava molto, in quel momento, con quel morente nell’altra stanza, ad alta notte, in una casa estranea, dopo il tragico avvenimento, ma comprendevo che fosse una formalità necessaria. Solo che la faccia di quel delegato non mi piaceva punto; io sono fisonomista e non mi attendevo nulla di buono da quel viso.

«— Riprendiamo l’interrogatorio, — disse il delegato, quasi involontariamente.

«— Un interrogatorio? — chiesi io, trabalzando sulla sedia. — È un vero interrogatorio?

«— E perchè no?

«— A che titolo m’interrogate?

«— V’interrogo perchè siete stato presente al delitto, — disse il delegato, configgendo il suo sguardo nel mio.

«— Presente? … Quasi presente, volete dire? — corressi io, vivacemente, senza neanche sapere il perchè della vivacità.

«— Non vi abbiamo trovato disteso sul ferito?

«— Sì, vi caddi sopra, inciampando; io era uscito dalla villa una mezz’ora dopo di lui.

«— Mezz’ora?



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